
Artisti Cremonesi – il Quattrocento
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La Cattedrale di Santa Maria Assunta è più che mai, per i tesori d’arte che essa racchiude, per la possente struttura architettonica che la caratterizza e soprattutto per le celebrazioni sacramentali che scandiscono la vita del popolo cristiano, segno e sacramento della gloria di quel Dio che ha voluto abitare tra noi, piantando la sua dimora fra le case e nel cuore degli uomini. Se il vero tempio di Dio è il Corpo del Signore risorto, il tempio di pietra, nel quale si radunano le “pietre vive” che sono i discepoli di Gesù, in qualche modo prolunga il mistero e la realtà dell’Incarnazione del Verbo. Dio infatti non ha voluto rimanere nascosto nel suo mistero insondabile e invisibile, ma ha scelto di intrecciare la sua vita con la nostra, entrando, nella persona del Figlio, nella nostra anagrafe, nella nostra storia e nella nostra geografia. A partire dall’evento dell’Incarnazione, Dio si è consegnato a noi in tutte le fattezze dell’umano, comprese le dimensioni delle arti figurative e architettoniche che sono tra le espressioni più alte dello spirito umano. Si può dire che l’incarnazione di Dio è anche “la sua entrata nella materia, l’inizio del grande movimento per cui tutta la materia deve diventare vaso contenitore del Verbo” (J. Ratzinger).
La ricchezza iconica del nostro Duomo è un potente ausilio non solo per comprendere conoscitivamente, ma anche per entrare esistenzialmente nella storia della salvezza, che è la storia dell’incontro di Dio con le vicende dell’uomo.
Varcando la soglia del nostro massimo tempio cittadino, non possiamo non essere attratti dalla figura del Redentore, ritratto – nella sua severità di giudice benigno e misericordioso, tra i simboli degli evangelisti e insieme ai santi protettori della Città – nella gloria del cielo, termine ultimo e definitivo dell’umana avventura, compimento di ogni nostro desiderio, di ogni nostro sospiro, di ogni nostro travaglio. Condivide la gloria del Figlio Redentore la Madre, la Vergine Assunta, alla quale è dedicata la Cattedrale e che è ritratta nella pala dell’abside: a ricordarci che il nostro itinerario esistenziale ha in Maria “un segno di consolazione e di sicura speranza per il popolo pellegrinante di Dio” (Lumen Gentium 68).
Definiamo anche come Cattedrale l’insieme dei luoghi sacri: il Duomo, il Battistero, la Chiesa di San Gerolamo ma anche il Torrazzo.
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